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Antica Sartoria Khomeini

  • Immagine del redattore: Nico Carrato
    Nico Carrato
  • 28 dic 2022
  • Tempo di lettura: 1 min

Rivendita di stoffe e tessuti. Due uomini dietro un bancone. Forse il proprietario, giacca e cappello (è appena arrivato o sta per andare?), gestualità sartoriale. Il commesso, informale, ascolta la richiesta di una figura interamente ricoperta da uno chador nero. A lui, solo, la possibilità di osservare il volto di due donne, forme negate a chiunque.

Spettatori interni della scena, già clienti immaginari, attendiamo il nostro turno.

Collocati all'angolo opposto, dove convergono le linee rigorose dei rotoli di stoffa, si è sovrastati dal nero debordante e uniforme, in assenza di contrasti davvero significativi. Non un punto di fuga, ma staticità e tranquillità obbligate. Si acquista, non si sceglie: soddisfatto un bisogno primario, vestirsi, non si esercita il senso estetico, manca il diritto di genere.

Sulla destra, incorniciata dalla scaffalatura, Il dettaglio di una foto aggiunge tonalità culturale. Non un ritratto privato del fondatore della sartoria, ma l'immagine pubblica di una suprema guida religiosa. Sguardo obliquo e giudicante, soggezione d'acquirente, l'ordine maschile 'minacciato' da forme gentili, alle donne imposto il lutto perenne.

È il nero a fare l'abito. È l'abito a disfare la donna. È l'uomo a non essere uomo.

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Foto di Reza Deghati, Teheran, 1979

 
 
 

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