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Il Cavallo di Battaglia

  • Immagine del redattore: Nico Carrato
    Nico Carrato
  • 21 apr 2021
  • Tempo di lettura: 1 min

Aggiornamento: 29 apr 2021

Il palcoscenico allestito su un davanzale appena scoperto da una tenda.

Galli contro Romani. Vercingentorige contro Cesare.

Protagonisti, statuari, un gatto e un cavallo.

Il presente luminoso, il passato in ombra.

Il felino, indifferente, si dà pace, osservato da un equino bistrattato da uomini, comparse, intenti a fare battaglia.

Nella Gallia occupata dai legionari, il re barbaro oppone l'ultima resistenza al civilizzatore romano a cavallo.

Simbolo aristocratico, metafora di un problema superato, Asturcone è il suo nome, sta conducendo Cesare alla vittoria.

Ma questo, il gatto non lo sa.

Calato nella parte, dal sole accarezzato, attende il corso degli eventi.

Protetto dalla dea Libertas, a lei caro, esibisce, sfacciato, una consumata indipendenza.

Il teatro alla finestra.

Sipario.

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