Le Parole Trovate
- Nico Carrato
- 24 nov 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 2 set 2021
Su una rivista mensile di enigmistica, per ingannare il tempo, fuori quadro il tratto di penna di una grafia urgente. Si addossano parole orizzontali sugli spazi lasciati bianchi dalla stampa. Sul più ampio, a destra, la scrittura può respirare con un'invocazione, ai figli, introdotta dalla parola dal carattere più grande tra tutte: scusatemi.
Grande come la comprensione raccomandata per un desiderio per nulla enigmatico.
La richiesta di aiuto per sostenere un proposito, espresso dalla composizione naturale di parole incrociate a formare una X (un chiasmo), in cui ciascuna rafforza l'altra - addormentare/ dormendo e senza risvegliarmi / morire - per un significato ormai chiaro.
E ancora. Sulle righe del modulo precompilato per la sottoscrizione di un abbonamento, che vorrebbe dilatare il tempo, un passo d'addio validato da una ragione che non si vuol perdere, e da una volontà sempre più ostinata. E si trova lo spazio per i sentimenti, e per gli abbracci cari ormai negati.
L'eutanasia, il distacco auspicato, è dolce se si palesa con le sembianze incoscienti del sonno, fratello minore della morte.
Scelgo di pagare cosi, recita, beffarda, una parte del modulo, in cui la penna appone il Grazie di una mamma a corto di fiato, ma non di parole di senso e di affetti compiuti. La vita non si rinnova, ma i sentimenti non scadono. (R)esistono e si tramandano. Mentre la sonnolenza già si manifesta nella delicata mancanza della consonante muta (H) come il dolore solitario di questa madre colpita da Coronavirus.
Fiaccata nel corpo ma non nell'anima, su una pagina non più anonima di un mensile passatempo, svela senza inganni le sue parole dignitose. Per una resa di tenero pudore.

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