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Una moglie e la strategia della verità

  • Immagine del redattore: Nico Carrato
    Nico Carrato
  • 25 ago 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 12 nov 2024

Contesto formale, un tribunale. Processo per la morte di Giuseppe Pinelli, operaio anarchico, trattenuto e interrogato in questura, a Milano, all'indomani dell'attentato di matrice terroristica di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969, in cui persero la vita 17 persone. Evento simbolo con il quale si inaugura, in Italia, la cosiddetta strategia della tensione. Pinelli, durante l'interrogatorio, cade, morendo subito dopo, da una finestra del quarto piano dell'Ufficio Politico della questura. Defenestrazione o suicidio?

La denuncia della moglie Licia Rognoni, contro il questore e gli ufficiali presenti quella notte, vuole fare chiarezza in un mare di bugie che offendono la memoria del marito. E la verità.

Basta questo frammento - il film è Romanzo di una strage - a illuminare le tante ombre nelle quali sono rimasti imbrigliati, per colpa e ingenuità, alcuni dei protagonisti della vicenda.

Durante l'udienza, sollecitata dal giudice a testimoniare l'origine di alcuni segni rinvenuti sul corpo del marito, Licia Rognoni (Michela Cescon) afferma, fiera, dal basso di una quotidianità banale e chiara, un principio di verità, pur consapevole del rischio di venirne beffata da un contesto, oggi conclamato, di depistaggi dall'alto, tra politica e apparati deviati dello Stato. La risposta è preceduta da un silenzio acceso, solenne e dallo sguardo, a tratti verso il basso, di chi raccoglie energie per restituire qualcosa di importante. Lo stato emotivo sospeso e i corrispondenti segnali fisici (il respiro da regolare e una deglutizione da nodo in gola) sono rafforzati dalla ripresa di profilo. Il movimento della camera, in avvicinamento, a stringere sul viso, invita gli spettatori in sala a prestare molta attenzione a ciò che sarà detto. Sferzanti e coraggiose, ora piovono parole accompagnate dal movimento del viso, una rotazione ad angolo retto, a inchiodare chi, tra il banco degli indiziati, al contrario, sguardo perso, smarrito, ha scelto di tacere. Bagnate di ricordi, emozioni e indignazione vive, parole di una semplicità disarmante e di un'educazione alla verità senza compromessi.

Il livello profondo delle intenzioni e delle necessità che muovono gli esseri umani è così agganciato, le coscienze sono scosse, una sentenza a dibattimento in corso.



 
 
 

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