top of page

Russia e Ucraina: la tregua sonora

  • Immagine del redattore: Nico Carrato
    Nico Carrato
  • 4 ott 2020
  • Tempo di lettura: 1 min

Aggiornamento: 13 feb 2022

Confine caldo. Un'atmosfera grigia e la prevalenza di un verde militare sovrastano i colori di bandiere schierate. Il giallo dell’Ucraina, antico granaio d’Europa, già preteso dai nazisti, si unisce al blu di un cielo sgombro dalle nuvole. Di fronte, il rosso russo del sangue di operai, portato in dote dai soldati dell’ex Unione Sovietica.

Piccola e sostenuta marcia di avvicinamento, guerra di posizione per umanissimi corpi militari in lotta con un’emotività scomposta. L’antico e grave suono delle armi è pronto a rumoreggiare. Parole e gesti, toni prepotenti e preoccupati, esprimono la contraddizione del momento prima di una battaglia da scongiurare.

Appostati sul campo, giornalisti e operatori armati di taccuini e telecamere, in attesa, rapaci, della scintilla che inneschi eventi irrimediabili, e da raccontare.

Il nostro reporter, mobile, freme nell’atto di rintracciare un dettaglio, segno indiscutibile di un evento pronto a precipitare.

In entrata e in un’uscita dal set bellico, tra i presenti, cattura l'attenzione la figura goffa e aggressiva di un soldato a corto di personalità, ma non di munizioni.

Un colpo per intimidire: sarà questa la scintilla tanto temuta?

Il proiettile non fa danni, ma scalda gli animi e accresce la tensione.

Chi rivendica un’appartenenza e un’identità armata, chi un amico d’oltreoceano pronto a schierarsi dalla sua parte. Trepidazione muta e urlata.

Non resta che ascoltare il rumore cieco delle armi?

Sonorità moderna disarmante, una chiamata non alle armi, ma agli obblighi parentali, fredda e beffarda, delibera una tregua provvisoria.

Inside Putin's Russia, 2016

Comments


bottom of page